Che sapere le lingue sia una grandissima virtù è noto: giova alla plasticità del cervello, avvicina le culture e via dicendo. A scuola permette, per esempio, agli insegnanti in gita all’estero con le classi di non dipendere da quanto inglese sanno i loro studenti per chiamare un’ambulanza o segnalare un furto alla polizia o anche semplicemente per parlare con l’albergatore. Servirebbe anche per fare finalmente il CLIL (l’insegnamento di una disciplina in lingua inglese), previsto fin dalla riforma del 2010 e mai attuato in termini statisticamente significativi, perché l’età media del docente italiano non è facilmente compatibile con il livello di conoscenza minimo richiesto, che è il C1 del Quadro Comune Europeo di Riferimento per le lingue. Opportunamente, dunque, è stato previsto che una parte della prova orale nei concorsi a cattedre - che si vanno concludendo in questi mesi e immetteranno in ruolo moltissimi nuovi docenti, il che dovrebbe essere una buona notizia - fosse dedica
Della stessa autrice: "Per tua norma e deroga, E poi ci hanno dato la stella", Cleup 2019; "Il tappeto e la polvere, Brevi osservazioni sull'Esame di Stato", Cleup 2017. In libreria e su: bit.ly/normaderoga e bit.ly/VidaleIBS https://store.streetlib.com/it/nadia-vidale/per-tua-norma-e-deroga