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Visualizzazione dei post da novembre, 2022

Modesto contributo alla discussione

Correva un anno che il registro elettronico non c’era e le informazioni contenute in quelli di carta erano più lontane, chiuse nei cassetti o lasciate sulle cattedre.   Al telefono c’è il coordinatore di classe: Preside, è successa una cosa di cui credo lei debba essere informata. Un collega ha messo una nota nel registro, gliela leggo: Lo studente chiede di andare in bagno durante il compito, gli viene negato. A quel punto si alza e fa pipì nel cestino della carta. Richiesto di chi debba pulire, risponde: Lei, che non mi ha fatto andare in bagno. La scena per me era una di quelle che vanno oltre l’immaginazione, come certe prestazioni sportive o attività erotiche.  Lo studente, maggiorenne e quindi imputabile di reato ( Lei avrebbe dovuto sporgere denuncia - mi rimbrottò successivamente il comandante della stazione dei carabinieri), aveva messo in atto un’azione talmente fuori degli schemi che a me pareva chiaro che nessuna delle punizioni da regolamento poteva fare al caso.  Dov

Liberatio scholarum

  Novembre 1995, subito dopo il ponte di Ognissanti. Il secolo scorso, prima dell’autonomia. Prendo servizio nel Liceo psico-psico-pedagogico, con pochissima esperienza di scuola che non fosse quella che avevo frequentato io, in una piccola città e in un’epoca e in un contesto in cui la scuola superiore non era scontata. Dopo due-tre giorni, è già sabato; durante la prima ora, bussano alla porta e si presentano alcune figure in maschera che invitano gli studenti a uscire. Mi spiegano che è la festa delle matricole e quella che è in atto, tecnicamente, si chiama “liberatio scholarum”. È un’azione che in questo momento sta avvenendo in tutte le scuole superiori della città facilmente raggiungibili da questi buontemponi di cui io, che vengo dalla provincia , non avevo nemmeno mai sentito parlare. Nessuno mi aveva avvisata di questa cosa, non il preside, non la docente che mi era stata assegnata come tutor, non il bidello all’ingresso, non una circolare: io non so cosa fare, anche perché m