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Visualizzazione dei post da maggio, 2019

Pomeriggio della memoria

Nel bailamme di questi giorni per il caso di Palermo, mi torna alla memoria un’insegnante colta, generosa, gentile. Troppo rigida, si disse. Estrema, addirittura. Inflessibile.  Ricordo il Collegio Docenti che acconsentì alla sospensione dall’insegnamento, in un clima di popolo arruffato che faceva torto a tutte la parti in causa. Ricordo un gruppo di genitori che sbandieravano i plaid davanti ai giornalisti – i loro figlioli non frequentavano più le lezioni e uscivano dalla classe quando l’insegnante si presentava. Avvolti nelle coperte nel freddo delle mattine d’inverno, fingevano per i fotografi di studiare Tasso da soli, sulle panchine gelide della scuola, ciondolando poi in giro fino al suono della campanella. Ricordo la mitezza suicida di lei, quando la esortai a mettere il suo zelo al servizio di miglior causa: “Ma io ho solo applicato le griglie di valutazione che abbiamo votato all’unanimità nel Dipartimento…” Le griglie improvvide, compilate con riguardo al dover es

In divisa

Alla scuola elementare “Giovanni Pascoli” si portava il grembiule nero con il colletto bianco; i maschi avevano un grosso fiocco azzurro, le femmine rosso. Solo i bambini e le bambine della classe della maestra Santuzzo indossavano un fiocco bianco, uguale per tutti. Non era di certo un’anticipazione del gender, era e non era una discriminazione: erano diversi perché il loro fiocco era bianco, non lo erano perché a nessuno gliene fregava nulla.  Sulla spalla portavamo l’identificativo della classe: prima che cominciasse la scuola, le mamme abili nel lavoro di cucito attaccavano strisce sottili di fettuccia rossa, componendo l’anno di corso con cifre romane; quelle meno abili o con meno tempo da dedicare compravano, nella tabaccheria che vendeva anche quaderni, penne e matite, uno scudetto di plastica che si attaccava con tre bottoni automatici. Il grembiule nero incontrava il favore delle famiglie, perché tollerava senza darlo a vedere un certo grado di sporco e bastava lavarlo u