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Memorie dal concorso docenti 1)

Lo so che il concorso ha un titolo di accesso e non lo possiedo. Dunque, perché non tentare?

Oggi, quarta sessione di concorsone. Quattro laboratori interdetti alle attività didattiche ordinarie dal giorno prima; la nomina del comitato di vigilanza rifatta due volte, all’emergere di insospettabili situazioni di incompatibilità, come essere stato RSU nei dodici mesi innanzi l’indizione del concorso, oppure essere docente tecnico-pratico. Nessuna nomina, invece, per il referente tecnico d’aula, che è quello che deve far funzionare tutto, perché l’ufficio scolastico regionale ha detto che tocca agli uffici territoriali, ma all’ufficio territoriale non ne sanno nulla. Individuato pure il personale docente esonerato dalla docenza per essere impiegato in funzione di assistenza e sorveglianza (due persone per turno). Quarantasette classi in tutto fatte entrare alla seconda ora.

La prova è scritta ma dematerializzata; invece le schede anagrafiche dei candidati sono stampate (un foglio A4 da tagliare in due), e sono stampati pure i codici di controllo che il candidato pescherà (il quadruplo del numero dei concorrenti - anche se nelle istruzioni è scritto tre - da piegare manualmente in quattro). Stampate pure le dichiarazioni di non incompatibilità dei componenti il comitato. (A prova che l’uomo è intelligente perché impara dai suoi errori, un rigore vittoriano è poi calato su tutte le buste, pudicamente internografate dopo che il contenzioso della tornata concorsuale precedente ha insegnato che non sempre essere trasparenti è una virtù). 

Il candidato deve arrivare con il documento di identità, il codice fiscale e l’attestato di pagamento dei diritti di segreteria (10 €). 
Se il documento è scaduto passa lo stesso e passa pure se non ha l’attestato di pagamento, che magari non ha pagato proprio né pagherà mai. Pure se non ha il codice fiscale, basta  l’autodichiarazione. 
Insomma, noi siamo benissimo disposti verso i candidati.

Le tre sessioni precedenti sono state riservate ai ricorrenti, coloro che, pur non avendo titolo - ma poiché tentar non nuoce e la fortuna è cieca - hanno presentato domanda lo stesso. E, siccome nel Paese del diritto romano non può che professarsi il massimo rispetto della magistratura, l’Istruzione Pubblica si è adoperata con grande cura per la tutela del diritto dei non aventi diritto, nei confronti dei quali un cauto giudice amministrativo avrebbe potuto  pronunciare un’ordinanza.... Quindi, chissà, intanto li mandiamo avanti e poi vedremo. 
I candidati ricorrenti, in realtà, che di fiducia nella magistratura mica ne hanno così tanta, al giudice poi non sono ricorsi affatto e, privi dello scudo di ordinanza, non si son fatti vivi. 
Dopo un’ora di inutile attesa, tre volte su quattro abbiamo perciò provveduto a redigere un verbale generale e un verbale d’aula, scrivendo che noi c’eravamo tutti, tutte le macchine erano accese e funzionanti, il programma installato e il codice di sblocco proiettato sul muro, le anagrafiche pronte e i codici di controllo nell’urna. 

E, poiché nessun candidato si è presentato, le buste internografate sono state sigillate e siglate dal segretario a traverso del lembo di chiusura, e così tutte le stampe - anagrafiche codici elenchi dichiarazioni -, e pure la chiavetta usb da 4 Giga che, avendole succhiate dai pc, sarebbe stata la prova delle prove: tutto è stato ordinatamente composto entro un bustone, sigillato anch’esso, timbrato e firmato e seppellito nell’archivio dell’istituzione scolastica.

Quando, fra due dieci ventimila anni, qualcuno scaverà da quelle parti, avrà gli elementi per scrivere un saggio sul valore sicuramente religioso di questi reperti: contenitori che contengono altri contenitori - buste moduli anagrafici chiavette - tutti rigorosamente vuoti… Chissà cosa almanaccherà, intanto che darà uno schiaffone al figlioletto curioso e impertinente che avrà detto la sua: Papà, ma erano tutti cretini

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