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Sospesi a un filo

Scrutinio di giugno. Il Consiglio di Classe, discusso del caso, decide che lo studente, per così com’è la situazione ora, non si può promuovere. Conoscenze, abilità, competenze troppo basse in una, due, tre materie. Non si riesce a dargli sei neanche chiudendo gli occhi. Per fortuna esiste l’istituto del differimento, che rinvia il malcapitato a esame successivo, a una manciata di giorni dall’inizio del nuovo anno scolastico, così nel frattempo può studiare e migliorare l’incerto e talvolta, a dire il vero, disastroso profitto. 

E siccome un ragazzo malfermo sulle gambe scolastiche (solo scolastiche, beninteso: taluni di costoro, alla prova di un mondo davvero reale, si reggono benissimo e talora diventano grandi corridori) potrebbe cedere sotto un soverchio peso, il Consiglio provvederà a che non abbia a occuparsi di troppe cose, perciò se le insufficienze sono quattro converrà di scriver “sei” in due materie come se fosse vero e lasciargli da studiare solo le due rimanenti, così si concentra. In rarissimi casi di allievi molto capaci, le materie sospese potrebbero anche arrivare a tre.

A fine anno, a studenti di cui si era rilevato che, durante l’anno, non avevano studiato abbastanza italiano matematica (inglese?) si chiederà dunque di rispondere sul lavoro estivo in italiano matematica (inglese?) e poi il Consiglio di Classe si riunirà e, raramente, accadrà che, chi avrà dimostrato di averlo fatto con risultati soddisfacenti, sarà mandato a raggiungere i compagni già promossi a giugno, altrimenti si prenderà atto che il patto chiaro è stato disatteso, a ciascuno la sua responsabilità e tanti saluti. La vita non procede in linea retta, ci sono propensioni volontà talenti instabili e persino (apparentemente) contraddittori e, quale sia il bene di tutte e di tutti, è a ognuno ignoto. Nella sua umiltà, il Consiglio di Classe si piega a prendere atto che il patto era chiaro e l’altra parte ha agito anche, eventualmente, non agendo. Perché nessuno sa quale sia il bene dell’altro e perché fu per il bene delle loro anime che vennero bruciate le streghe. 

Più spesso, il Consiglio di Classe esprimerà variegati mal di pancia che “non me la sento”, perché è vero che non era sufficiente a giugno e durante l’estate non ha studiato nulla e ha pure comunque assolto l’obbligo scolastico ma gli avevamo organizzato il corso di recupero? abbiamo verificato se è venuto? il corso lo faceva una persona abbastanza preparata? gli abbiamo chiesto perché ha deciso di non presentarsi? abbiamo parlato coi suoi genitori? No, no, non me la sento… In questa classe si trova tanto bene, se lo strappiamo da qui non so cosa potrebbe succedere. Il nostro studente avrà fatto benissimo a occuparsi d'altro che di quel che gli era stato dato da fare, visto che l’esito della prova è deciso in base a criteri diversi.

(Lasciamo stare i Consigli cialtroni, dove non v’è chi voglia problemi di sorta e spaccia senza remore moneta falsa: voti tutti sufficienti per default, Non è figlio mio, ci penserà la vita…).

(Lasciamo stare i Consigli bipartiti, in cui la minoranza - che ha normalmente come perno il docente di una materia tecnico-scientifica - rileva che no, purtroppo non ci siamo proprio, è quattro, è tre… intorno, altre voci rilevano che sarà anche scarso in matematica, ma è un bravissimo ragazzo e molto, molto educato. È insufficiente solo in matematica, ma questa è una scuola professionale e non è materia di indirizzo. Oppure: è insufficiente in una materia di indirizzo, ma è una sola).

Uno studente sospeso in una disciplina, se l’insufficienza è confermata, è bocciato con argomenti pertinenti: non conosceva le derivate e non le conosce tuttora. Dato un ambito disciplinare, il progresso atteso non ha avuto luogo. Se invece è promosso, lo è con argomenti che necessariamente ne prescindono: sospeso a giugno perché ignorante in matematica, è promosso due mesi dopo nonostante sia rimasto tale.


Gli studenti promossi, molte volte, sono solo fortunati, sempre che sia fortuna passare alla classe successiva in quanto figli di genitori con una separazione difficile, un problema economico, una circostanza qualunque che i loro insegnanti ritengano una disgrazia, con l’ingiustizia di non avere ricevuto equo compenso per un troppo scarso lavoro, bensì, in sua vece, un bollo di sfiga.

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