Se perfino Fedez si documenta prima di dare spettacolo, indispensabile sarebbe che lo facesse il professor Galli Della Loggia , non fosse che per conservare la distanza di levatura culturale. Purtroppo, sul Corriere della Sera di oggi, 5 maggio 2021, il professore cede al cronista cui i tempi di stampa impediscono l’indagine, pure superficialissima, per accertare quello che farà passare comunque per vero presso i suoi lettori.
Dice dunque Galli Della Loggia che il neoministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, “è stato preso dalla fregola di lasciare il segno sulle sorti del Paese cambiando qualcosa dell’esame di Stato”, “E così ha prescritto che a cominciare da questa sessione ogni candidato si presenti all’esame dotato di un «Curriculum dello Studente»”.
Ma il Ministro Bianchi proprio non porta responsabilità alcuna, perché il “curriculum dello studente” e il suo utilizzo in sede di Esame di Stato è previsto fin dal 2015 (legge 107, commi 28-30), con modalità disciplinate dal decreto attuativo 62/17 (art. 21). Il Ministero dell’Istruzione, nell’agosto scorso, ne adottò con proprio decreto il modello, trasmesso alle scuole agli inizi di settembre. Insomma, non è che sempre basti scavare vicino, qualche volta bisogna cercare lontano (cit. Manzoni con modifiche mie).
Scagionato il Ministro dalle accuse, pure le contestazioni di merito lasciano perplessi: si sarebbe tentati di pensare che il curriculum, il prof. Galli Dalla Loggia, non lo abbia letto con attenzione, oppure sono io che ho sempre avuto per le mani un modello sbagliato, perché non capisco come si possa giungere alla conclusione che lo scopo del documento sarebbe “fornire una misura non di quello che ogni giovane sa ma di ciò che egli è”, dei “character skills (gli aspetti della personalità)”.
In nessuna sezione del modello ministeriale è presente una richiesta del genere: la scuola inserirà informazioni sommarie relative alla carriera scolastica (esami idoneità, integrativi, crediti, alternanza scuola/lavoro, altri diplomi/qualifiche), lo studente eventuali titoli extrascolastici (partecipazione a iniziative, premiazioni, certificazioni linguistiche ecc.). Non è previsto spazio alcuno per dati da cui trarre una “radiografia caratteriale” o altre amenità del genere.
Quanto infine al fatto che, se uno è ricco, facilmente lo sarà anche il suo curriculum, perché avrà potuto comprarsi i titoli che vanta (corsi all’estero, abbonamenti a concerti…), che dire? Se un giovane ha potuto acquistare qualcosa che ha fatto di lui una persona migliore, non sarei d’accordo di trovare questo “odioso”; se invece avrà solo pagato a caro prezzo dei pezzi di carta, potrà consolarci che, almeno in questo caso, non gli servirà a molto, perché anche il curriculum non è nulla di più.
PS: la lingua cambia secondo i parlanti, ma “coscienziosità” io sarei per scriverlo, sempre e comunque, con la -i.
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