Casuale e interessante chiacchierata con l’istruttore. Il cane è saltato fuori dal recinto, andando a azzannare un suo simile di passaggio, al guinzaglio di una coppia. Mi racconta il suo intervento risolutivo, fra il terrore dei proprietari dell’animale aggredito e la paralisi della ragazza che aveva affidato il cane aggressore, immobilizzata nel corpo a parte l’inutile voce: “Lascialo, lascialo!”. L’intervento risolutivo si è svolto in due fasi: pugno sul naso senza effetto, apertura della bocca del cane a mani nude. “Sapevo di rischiare, non si conosce mai il livello di adrenalina che ha in corpo un cane che azzanna. Poteva mordermi le mani, o mollare la preda e attaccarmi il braccio o anche voltarsi contro di me. Ma in quel momento ero lì e mi son sentito di intervenire in quel modo”.
Aggiunge: “Non succede quasi mai di scoprire che un cane che ha attaccato fosse solito farlo. La prima volta non ha precedenti, prima di un episodio aggressivo questi animali sono usualmente inoffensivi”.
Chiedo cosa possono fare le persone qualsiasi. Dice che non serve molto, per fermare un attacco: se il cane è maschio, funziona l’antico e noto sistema di colpirlo ai testicoli. Oppure, per maschi e femmine, basta spruzzare del limone negli occhi e subito l’animale lascerà la presa.
Potete dunque evitare agitazioni inutili, docenti impiegati bidelli alunni genitori ospiti delle scuole, se il dirigente vi riceve col pitbull o, se vi vede un poco incerti, in corridoio. Lui non ha coscienza di aver reso l’ufficio che occupa nella struttura pubblica una stanza a uso personale: è probabile che consideri il cane un’estensione di sé - quando non consideri addirittura se stesso un'estensione del cane e dei suoi bisogni immaginari.
Voi, ad ogni buon conto, portatevi del limone in tasca.
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